Osteopatia pediatrica
Che cos’è l’osteopatia pediatrica?
Prima di discutere dell'osteopatia pediatrica, è essenziale fornire una breve panoramica sull'osteopatia in generale. Si tratta di una disciplina ancora poco compresa da molti, considerata una terapia alternativa inclusa tra le medicine complementari dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Gli osteopati adottano un approccio olistico nell'analizzare l'individuo, tenendo conto della profonda interconnessione tra corpo, mente e spirito. Ogni parte anatomica è strettamente correlata, il che può manifestarsi con sintomi dolorosi in aree del corpo apparentemente distanti dalla fonte del problema. Attraverso esami osteopatici dettagliati e test mirati, gli osteopati sono in grado di identificare l'origine dei sintomi e, mediante tecniche manuali, favoriscono il naturale processo di autoguarigione. L'osteopatia pediatrica, invece, si focalizza esclusivamente sul benessere dei bambini fin dai primi istanti della vita, con l'obiettivo di individuare precocemente e prevenire tensioni muscolari e rigidità al fine di evitare potenziali complicazioni future. La capacità preventiva durante la neonatale risulta particolarmente efficace, poiché i piccoli presentano un'elevata capacità di adattamento e reattività del proprio organismo.
Cosa tratta l’osteopata pediatrico?
L'osteopata pediatrico è in grado di intervenire fin dai primi giorni di vita del neonato e successivamente durante tutta la fase di crescita dell'infante. Tra le diverse problematiche che può trattare e risolvere in questa delicata fase vi sono il torcicollo miogeno, la plagiocefalia posizionale, i disturbi legati alla suzione, le coliche gassose, il reflusso gastroesofageo, nonché condizioni come il piede torto e il metatarso varo. È importante sottolineare che tali disturbi possono spesso manifestarsi a causa di abitudini errate dopo la nascita, una postura scorretta durante la gestazione, un travaglio prolungato o un parto complicato, eventi che già di per sé rappresentano una forma di trauma per il neonato e possono generare compressioni che il piccolo non è in grado di risolvere autonomamente.
Tutto questo può provocare tensioni muscolari e rigidità articolari che possono essere localizzate a livello dei muscoli del collo, del cranio e della mandibola, compromettendo anche la funzione di suzione e rendendo quindi difficile per lui l’allattamento. Le contratture e la rigidità al collo sono responsabili del torcicollo miogeno, un disturbo molto comune che coinvolge principalmente lo SCOM (muscolo sternocleidomastoideo), il che porta il neonato ad inclinare la testa da un lato e avere difficoltà a girarla dall'altro. Questo comportamento può causare deformità o alterazioni alla testa del neonato, che è molto modellabile inizialmente, manifestandosi spesso come plagiocefalia posizionale o testa piatta, un fenomeno sempre più diffuso.
Nello specifico, tra le deformità craniche posizionali, oltre la plagiocefalia troviamo la brachicefalia e la dolicocefalia, a seconda di dove avviene la deformità. Generalmente, nei parti difficili, gemellari o prematuri i bambini già alla nascita presentano delle alterazioni craniche spesso dovute a forze o compressioni a cui il cranio è stato sottoposto. In tutti gli altri casi, queste situazioni possono presentarsi anche dopo qualche giorno o settimana a causa delle posizioni assunte durante il sonno o il gioco.
Le prevenzione e il trattamento delle suddette alterazioni possono essere facilitati attraverso l'osteopatia, dove è fondamentale assicurare un corretto grado di mobilità sia al livello del cranio che del tratto cervicale e dell'intera colonna vertebrale. È altresì consigliabile fornire suggerimenti pratici ai genitori per favorire il benessere dei neonati, come variare la posizione della testa durante il giorno, ruotare delicatamente la testa del bambino anche mentre dorme se non lo fa spontaneamente e evitare di mantenerlo supino per lunghi periodi, onde evitare di comprimere e deformare il cranio nella parte posteriore.
Nel trattamento del reflusso e delle coliche gassose nei bambini, l’osteopatia si conferma un valido supporto. Il reflusso gastroesofageo, caratterizzato dalla risalita di latte o cibo verso l’esofago, può manifestarsi a causa dell'immaturità del cardias o di altri fattori come la tipologia di alimentazione. L'osteopata, con delicate manipolazioni, agisce sul nervo vago e sul diaframma per favorire la digestione e il rilassamento generale. Analogamente, per affrontare le coliche gassose, viene valutata la muscolatura gastrica e intestinale, la colonna vertebrale, il diaframma toracico e pelvico, oltre al cranio e alle vertebre cervicali per favorire il transito e alleviare il dolore nei piccoli pazienti.
Allo stesso modo, l'osteopata può intervenire durante le successive fasi di crescita del bambino, affrontando anche altre problematiche tra cui i piedi piatti o cavi, le ginocchia valghe o vare, le scoliosi, le cifosi e le lordosi non fisiologiche, le cefalee, i problemi della sfera otorinolaringoiatrica come le otiti ricorrenti, i disturbi del sonno, i problemi di bruxismo e di occlusione dentale, la stipsi e molto altro ancora.
Come si svolge la visita di osteopatia pediatrica?
La visita inizia con la raccolta della documentazione clinica del bambino, che include informazioni sull'andamento della gravidanza, la modalità di parto, eventuali complicanze, nonché le abitudini alimentari e comportamentali del neonato. Successivamente, l'osteopata procede con l'osservazione e la valutazione del piccolo paziente al fine di identificare le cause del problema e sviluppare un piano terapeutico mirato.
Quante sedute saranno necessarie?
Per i trattamenti osteopatici, non esiste una risposta definitiva riguardo alla durata ottimale. È fondamentale valutare attentamente ciascun paziente, considerando le condizioni cliniche e la sua risposta individuale alla terapia. In particolare, l'età del bambino gioca un ruolo significativo, in quanto una valutazione precoce può portare a una risoluzione più rapida delle problematiche. Dalla mia esperienza, di solito si consigliano da 3 a 5 sedute distanziate di una settimana per apprezzare miglioramenti significativi. Tuttavia, queste cifre sono indicative e possono variare. Spesso, potrebbe essere necessario pianificare sedute di mantenimento a seguito del trattamento iniziale.
Il trattamento farà male?
Possiamo rassicurare tutte le mamme e i papà perché i trattamenti osteopatici sui bambini e sui neonati sono delicati e non invasivi. Gli osteopati utilizzano esclusivamente tecniche manuali specifiche, garantendo la sicurezza e il benessere dei piccoli pazienti.
L’osteopatia pediatrica può avere delle controindicazioni?
Alcune delle circostanze in cui l'osteopatia potrebbe risultare controindicata includono segni e sintomi associati a patologie neurologiche, infezioni acute, malformazioni congenite o gravi anomalie strutturali come la craniostenosi. Di solito, i neonati affetti da tali condizioni non vengono portati dall'osteopata poiché vengono prima attentamente valutati dal pediatra e poi eventualmente indirizzati allo specialista competente. L'osteopata conduce una dettagliata osservazione e analisi del neonato prima di formulare il piano di trattamento e, in caso di incertezze, le dissiperà prima di procedere con la terapia. In conclusione, il trattamento di osteopatia pediatrica risulta essere sicuro e generalmente ben accettato dai neonati.